Il latte e gli zuccheri causano l'acne?



Il latte e i cibi ricchi di zucchero fanno venire i brufoli, dicono i ricercatori dopo circa 50 anni di studi.

- 50 anni di studi clinici hanno portato alla conclusione che esiste un collegamento tra la dieta e l'acne.
- Le diete con un alto indice glicemico sono una delle cause, dato che aumentano i livelli di glucosio nel sangue e gli squilibri ormonali.
- Il latte scremato in particolare potrebbe causare la comparsa di brufoli a causa degli ormoni in esso contenuti, dicono gli esperti.

Questa è materia di dibattito da decenni, ma sembra che davvero la dieta abbia un impatto sulla carnagione di una persona.
Una ricerca che è durata oltre 50 anni ha scoperto che mangiare cibi con un alto indice glicemico e bere latte non solo aggrava l'acne ma in alcuni casi l'ha anche provocata. Milioni di adolescenti, e sempre più adulti, sono colpiti da questo problema cutaneo, spesso doloroso, che porta alla comparsa di brufoli sulla faccia, sul collo, sul petto e sulla schiena.

L'acne è causata da una pelle che produce sebo in eccesso e ad un accumularsi di cellule morte che ostruiscono i pori provocando una infezione locale o la comparsa di un brufolo.
Si ritiene che un eccesso nella produzione di sebo sia causato da squilibri ormonali, il che spiega come mai circa l'80% degli adolescenti soffrono di acne nel corso della loro adolescenza.

I brufoli di per sé non rappresentano un pericolo, ma l'acne in forma grave può causare cicatrici sulla pelle, oltre a provocare ansia, scarsa autostima e depressione.
Dalla fine del 19° secolo la ricerca ha collegato la dieta all'acne, vedendo in cibi come la cioccolata, lo zucchero e i grassi i principali responsabili del problema.

Ma altri studi, a partire dagli anni '60, hanno scollegato dieta dallo sviluppo di questa condizione.
La dr.ssa Jennifer Burris del Department of Nutrition, Food Studies and Public Health della New York University ha detto: “Questo cambiamento è avvenuto a causa di due importanti studi che sono stati ripetutamente citati sia in letteratura che nella cultura popolare come prova che non esiste una associazione tra dieta e acne.

Recentemente dermatologi e dietologi hanno ripreso l'idea che esista una relazione tra dieta e acne e si sono sempre più interessati al ruolo della terapia medica nutrizionale nella cura dell'acne.”
Si ritiene che mangiare cibi ad alto indice glicemico – cibi che vengono velocemente assorbiti nella circolazione sanguigna – abbia un effetto diretto sulla gravità dell'acne a causa degli squilibri ormonali che vengono provocati.

I cibi ad alto indice glicemico causano un picco nei livelli ormonali inclusa l'insulina che si crede sia responsabile della produzione del sebo.
Uno studio australiano del 2007 ha mostrato che alcuni giovani maschi ai quali era stata prescritta una dieta a basso indice glicemico, avevano avuto un significativo miglioramento della loro acne.

Si crede che anche il latte possa provocare l'acne a causa degli ormoni in esso contenuti. Uno studio del 2007 pubblicato dalla Harvard School of Public Health ha scoperto che esiste un chiaro collegamento tra i soggetti che bevevano latte regolarmente e soffrivano anche di acne.

E' interessante notare che i soggetti che bevevano latte scremato soffrivano di forme più gravi di acne. Si pensa che questo sia dovuto al fatto che il latte scremato ha dei livelli ormonali più alti rispetto al latte non lavorato.

 Gli autori di quest'ultimo studio, pubblicato nel Journal of the Academy of Nutrition and Dietetics, dicono che dermatologi e dietologi dovrebbero collaborare per condurre ricerche di qualità che siano in grado di aiutare i milioni di pazienti che soffrono di acne.
“Questa ricerca è necessaria per capire a pieno il meccanismo che sta alla base di questa relazione tra dieta e acne”, aggiunge la dr.ssa Burris.

“La comunità medica non dovrebbe rifiutare la possibilità di una terapia nutrizionale vista come trattamento aggiuntivo nella cura dell'acne. A questo punto il miglior approccio è quello di rivolgersi individualmente a ciascun paziente, prendendo seriamente in considerazione la possibilità di assisterlo anche dal punto di vista della dieta”.

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