La cura dei brufoli muove un'industria pari a 3 miliardi di dollari solo negli USA. Questo potrebbe spiegare come mai non esiste una grande volontà di sviluppare un vaccino per l'acne.
Comunque, come per tutti gli altri campi della medicina, l'approccio all'acne sta diventando sempre più individuale, e prende in considerazione le differenze nel modo in cui le diverse persone rispondono alla malattia.
Probabilmente sapete già che l'acne è collegata al batterio Propionibacterium acnes, che si annida nei pori oleosi, scuri e privi di ossigeno della nostra pelle. L'acne è anche collegata all'infiammazione, all'ispessimento degli strati cutanei, all'eccesso di sebo e alla depressione.
Eppure, come sanno molte persone che hanno usato gli antibiotici con risultati negativi, uccidere i batteri non funziona per tutti. Uno studio ha scoperto che la gravità dell'acne non è sempre necessariamente correlata con la quantità di P. acnes sulla pelle.
Ha anche scoperto che ci sono diversi ceppi batterici, alcuni dei quali causano tipi più gravi di acne. Potrebbe essere troppo presto per dire che ci sono ceppi “buoni” e “cattivi” di batteri dell'acne, ma sembra che ucciderli tutti indistintamente, non sia la soluzione migliore.
Il Dr. Kim, un dermatologo dell'UCLA, afferma che mentre “tutti abbiamo il P. acnes sulla pelle. Non siamo certi che si tratti di un ceppo specifico di P. acnes o che si tratti di una risposta immunitaria dell'individuo. Ma di recente si è cominciato a pensare che modulare una adeguata risposta immunitaria, sia il miglior modo per trattare il problema. La nuova tendenza è quella di guardare gli agenti anti-infiammatori piuttosto che concentrarsi solo sugli antimicrobici”.
Uno di questi anti-infiammatori, chiamata isotretinoina (meglio nota come Accutane), è un “parente” della vitamina A. “Le persone di solito non capiscono come funzionino l'isotretinoina o i retinoidi, ma ora sappiamo che possono modulare l'infiammazione”.
Comunque questo medicinale non è esente da problemi. Sebbene funzioni davvero, causa per mesi una grande secchezza della pelle, e obbliga a frequenti esami del sangue a l'astensione dal consumo di alcol.
Da quando l'ex rappresentante del Michigan Bart Stupak, ha testimoniato davanti alla US House of Representatives Energy and Commerce Committee nel 2009 denunciando che l'isotretinoina aveva causato il suicidio del figlio diciassettenne, sono state fissate delle severe restrizioni alla prescrizione di questo medicinale.
Gli studi non hanno dimostrato nessun legame tra il medicinale e il suicidio, ma la legislazione attuale fa sì che i dermatologi spesso perdano denaro se questo medicinale rientra tra le loro prescrizioni.
“E' preoccupante che molti dermatologi abbiano paura di prescriverla, quindi i pazienti tardano nel cominciare ad usarla, andando incontro a cicatrici permanenti”, dice Kim.
Oltre ai retinoidi, il laboratorio di Kim vede risultati promettenti nell'uso di altre sostanza che modulano il sistema immunitario, come per esempio la vitamina D.
L'80% dei casi di acne grave è dovuta all'ereditarietà da parte dei genitori. Il ruolo della dieta rimane controverso tra i dermatologi, ma le ricerche più recenti suggeriscono che diete diverse possono influenzare il modo in cui si esprimono i geni che causano l'acne.
Inoltre, l'idea di sviluppare un vaccino per l'acne aleggia nell'aria da molto tempo, come modo per preparare il corpo in modo che non reagisca in maniera troppo forte contro i batteri nel momento in cui si ha un picco della malattia.
Comunque il fatto che l'acne sia una malattia esclusivamente umana, rende particolarmente difficile studiarla. Non si può infatti ricrearla nei topi o negli insetti, per testare vaccini e cure.
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fonte:goo.gl/vWwhw
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